Il melanoma si genera nei melanociti della pelle, ma se non viene diagnosticato in tempo cresce fino a diventare potenzialmente letale.
È un tumore della pelle molto aggressivo e pericoloso e che insorge soprattutto tra i pazienti giovani. Fino a qualche anno fa era una forma di cancro considerata rara mentre attualmente risulta in forte e costante crescita in tutto il mondo. Secondo gli ultimi dati disponibili in Italia è la terza neoplasia più frequente tra i maschi e le donne con meno di 50 anni.
Nel 2020 sono state registrate 14.900 nuove diagnosi di melanoma della cute (8.100 tra gli uomini e 6.700 tra le donne). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi si attesta all’85% nei maschi e all’89%nelle femmine. La sopravvivenza di ulteriori 5 anni, condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi, è invece del 90%. In totale nel nostro paese vivono 169.900 persone dopo una diagnosi di melanoma.
Il tumore si origina a causa della trasformazione dei melanociti: le cellule della nostra pelle che producono e contengono la melanina. Quest’ultima è un pigmento responsabile dei colori della pelle e dei capelli. Il melanoma può comparire in ogni parte del corpo tuttavia gli uomini hanno la tendenza a svilupparlo sul tronco (petto o schiena) mentre tra le donne insorgere soprattutto sugli arti inferiori.
Il melanoma uveale è una malattia rara che, con il melanoma cutaneo, condivide soltanto l’origine dai melanociti. Interessa entrambi i generi in ugual misura, tra i 50 ed i 70 anni.
L’incidenza varia da <1 a >9 casi per milione di popolazione per anno. In Europa, l’incidenza mostra un gradiente che aumenta dal sud al nord e si traduce in una incidenza minima di < 2 casi per milione in Spagna e nell’Italia del sud ed un massimo di >8 casi per milione in Irlanda, Norvegia e Danimarca.
Il tumore ha una elevata tendenza a dare metastasi, con conseguente elevata mortalità, infatti circa il 50% dei pazienti affetti soccombe (muore) dopo 10 anni dalla diagnosi.
Le metastasi mostrano un tropismo d’organo, localizzandosi nel fegato in oltre il 90% dei casi. Attraverso una revisione delle evidenze e delle linee guida pubblicate in letteratura, si confrontano le diverse modalità di trattamento, radioterapiche e/o chirurgiche, previste per il melanoma uveale.
Tali modalità, che rappresentano lo standard di cura, sono applicate secondo le indicazioni fornite dai sistemi di classificazione disponibili, quali AJCC.
L'obiettivo è introdurre nuove raccomandazioni o rafforzare quelle in uso.
Si definiscono, inoltre, gli esami diagnostici necessari per l’individuazione delle metastasi nei pazienti a più alto rischio e gli intervalli di sorveglianza.
Si valutano, infine, le terapie proposte per il trattamento del melanoma uveale metastatico, alla luce della disponibilità dei nuovi farmaci immunoterapici.
La finalità delle raccomandazioni contenute nelle linee guida di AIMO (Associazione Italiana Medici Oculisti) è quella di indicare comportamenti corretti, in linea con le attuali conoscenze sulla patologia in oggetto, da applicare alla diagnosi, al trattamento ed al follow up di pazienti affetti da melanoma uveale e melanoma uveale metastatico.
Fonte https://www.iss.it/it/web/guest/-/diagnosi-trattamento-melanoma-uveale-1